L’idea e la pratica del rimpianto
delle foglie vive citate al loro autunno
prova a coccolarci
come una sirena maledetta;
come romantismo esistenzialista
insieme disperato e consolatorio
Sarà l’idea che si è esaurita?
Sarà la pratica che si è esaurita?
Sarà ineluttabile ciclicità?
E’ nel porci queste domande
che questa idea disperata e consolatoria
ci trascina – con la sua china - :
nel gorgo infinito,
vuoto,scuro
della noia, della distanza,
dell’idea di un amore impoverito
e non più creativo
Queste domande
emergono si – ma alla fine di un amore - ,
e ci accompagnano
e ci trascinano nel gorgo
vuoto e scuro
Ma l’esistenzialismo
un po intellettuale e un po pacioccone
e consolatorio
guarda l’autunno degli amori
con una certa simpatia
Questo sguardo si compiace
della mancanza,
dell’essere stato verso l’essere
dello svanire,
del rabbuiarsi
Tu, cara invece sai
Tu cara,
Sei la mia foglia viva
Sei il mio amore forte
Io cara sono innestato
sono una foglia viva
assieme a te
No, non ho dimenticato,
e , ricordo
quando la nostra gioa
era più disinvolta, disinibita e semplice :
ricordo benissimo
Ma non mi piego al rimpianto
non ne ho bisogno
Tu cara,
sei la mia foglia viva
sei il mio amore forte:
oggi
lo sguardo della nostra maturità amorosa,
del nostro piacere di amanti
cambia certamente il colore
e le forme del sorriso che scambiamo
ma non lo ingiallisce,
non lo disperde - inconscio –
su terreni aridi, non presidiati
come spesso accade con la caduta
alle foglie morte
Il nostro amore
è una foglia viva
Chiaccherata con Prevert :
Oh! Vorrei tanto che tu ricordassi
i giorni felici quando eravamo amici.
La vita era più bella.
Il sole più bruciante.
Le foglie morte cadono a mucchi...
Vedi: non ho dimenticato.
Le foglie morte cadono a mucchi
come i ricordi e i rimpianti
e il vento del nord le porta via
nella fredda notte dell'oblio.
Vedi: non ho dimenticato
la canzone che mi cantavi.
È una canzone che ci somiglia.
Tu mi amavi
io ti amavo.
E vivevamo noi due insieme
tu che mi amavi
io che ti amavo.
Ma la vita separa chi si ama
piano piano
senza far rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti divisi.
Le foglie morte cadono a mucchi
come i ricordi e i rimpianti.
mercoledì 20 gennaio 2010
sabato 16 gennaio 2010
- futuri - di oggi - dopo la morte
verrà la morte
e i miei sguardi la incroceranno
verrà la morte
e scruterò incerto e spaventato
il suo sguardo avvolgente
verrà la morte
e dopo gli sguardi
verranno i miei futuri
verrà un futuro
dalle forme caleidoscopiche
a me mute
verrà il futuro
e - io riluttante -
sprofonderà il mio dire conosciuto
in un baratro dissolvente
verranno altre esistenze,
verranno altre forme
verranno altre sensibilità
i futuri
dopo la morte,
verranno comunque
verranno futuri
e noi li vivremo
con la stessa inconsapevolezza
con cui cambiamo quotidianamente
la nostra pelle,
i nostri organi,
la nostra costituzione
nel frattempo,
verranno futuri sconosciuti
perchè sono come quelli che già attraversiamo,
quotidianamente,
senza percepirli,
- ancora - inascoltabili
e i miei sguardi la incroceranno
verrà la morte
e scruterò incerto e spaventato
il suo sguardo avvolgente
verrà la morte
e dopo gli sguardi
verranno i miei futuri
verrà un futuro
dalle forme caleidoscopiche
a me mute
verrà il futuro
e - io riluttante -
sprofonderà il mio dire conosciuto
in un baratro dissolvente
verranno altre esistenze,
verranno altre forme
verranno altre sensibilità
i futuri
dopo la morte,
verranno comunque
verranno futuri
e noi li vivremo
con la stessa inconsapevolezza
con cui cambiamo quotidianamente
la nostra pelle,
i nostri organi,
la nostra costituzione
nel frattempo,
verranno futuri sconosciuti
perchè sono come quelli che già attraversiamo,
quotidianamente,
senza percepirli,
- ancora - inascoltabili
martedì 12 gennaio 2010
- a ricordo di Pavese
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
- Per un po di ottimismo (anche se ...)
"Ogni posto è una miniera. Basta lasciarcisi andare, darsi tempo…e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l’amico di un amico di una persona che si è appena incontrata, e il posto più scialbo, più insignificante della terra, diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più il bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare".
Tiziano Terzani
mercoledì 6 gennaio 2010
domenica 3 gennaio 2010
- Luci e Spazi
Luci
Si, la luce!
La luce viene,
si,lei viene
anche da ovunque..
Luce: tu che illumini !
Luce,
tu che ci dischiudi
parti dell'essere...
Luci,
ci siamo abituati ad amarti
ad esaminarti, anche,
ad intercettarti ...come inevitabile
Luce,Luci: il plurale è strumentale
Il plurale delle luci
ci spinge verso l'ignoto,
verso l'altro,
verso lo sconosciuto
ma anche verso il conoscibile..
Luci
che una volta esplorate
tornate nel conosciuto
Luce
della ricerca
della speranza
mai dome, mai compiute
Luci
sulle violenze prodotte dalle nostre esistenze
Luci
esasperanti del recinto del conosciuto
Luci disperate!!
Luci : dell'alba e del tramonto,
diffuse,
preferibili,
luci scelte
Luci
luce
fatevi più in là!
Si, la luce!
La luce viene,
si,lei viene
anche da ovunque..
Luce: tu che illumini !
Luce,
tu che ci dischiudi
parti dell'essere...
Luci,
ci siamo abituati ad amarti
ad esaminarti, anche,
ad intercettarti ...come inevitabile
Luce,Luci: il plurale è strumentale
Il plurale delle luci
ci spinge verso l'ignoto,
verso l'altro,
verso lo sconosciuto
ma anche verso il conoscibile..
Luci
che una volta esplorate
tornate nel conosciuto
Luce
della ricerca
della speranza
mai dome, mai compiute
Luci
sulle violenze prodotte dalle nostre esistenze
Luci
esasperanti del recinto del conosciuto
Luci disperate!!
Luci : dell'alba e del tramonto,
diffuse,
preferibili,
luci scelte
Luci
luce
fatevi più in là!
sabato 2 gennaio 2010
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